Catechesi e disabilità

 

 

Con il ‘Documento Base’ Il Rinnovamento della Catechesi (presentato il 2 febbraio 1970 e riconsegnato all’attenzione ecclesiale il 3 aprile 1988), la Conferenza Episcopale Italiana intendeva aggiornare le linee guida per l’opera di annuncio e catechesi della comunità cristiana sulla base della riflessione del Concilio Vaticano II. Tale documento sottolineava (n. 123-127) come soggetti della catechesi sono tutti i fedeli battezzati, con particolare attenzione per coloro che sono segnati da situazioni di povertà e debolezza, a testimoniare la vicinanza e la presenza di Cristo accanto e negli ultimi. «Tutti costoro, in particolare, Dio ha scelto “per farli ricchi con la fede, ed eredi del regno che ha promesso a quelli che lo amano”»[1].  La sollecitudine dimostrata in questa direzione è «segno di autenticità della catechesi»[2].

Gli Orientamenti per l’annuncio e la catechesi in Italia “Incontriamo Gesù”, del 29 giugno 2014, sottolineano fortemente questa attenzione alla persona, chiedendo di rilanciare e promuovere in tutte le diocesi italiane il ‘Settore per la catechesi delle persone disabili’, fondato a livello nazionale nel 1993.

Così gli Orientamenti presentano in sintesi l’operato del Settore nazionale per la catechesi delle persone disabili:

«Il Settore per la catechesi delle persone disabili, dell’Ufficio Catechistico Nazionale è un ambito operativo che, in collaborazione con le congregazioni, aggregazioni e associazioni laicali, si propone di stimolare, nella comunità ecclesiale e nelle diverse realtà sociali, la sensibilizzazione e la cura pastorale nei confronti del mondo della disabilità, attraverso una progettazione adeguata e la formazione di catechisti e l’ideazione di nuovi strumenti. All’interno di questi obiettivi l’inclusione ha importanza rilevante. Infatti uno dei compiti principali delle chiese particolari è attivarsi, progettando la presenza ordinaria delle persone disabili all’interno del percorso catechistico. In tal modo si intende favorire la realizzazione di esperienze di educazione religiosa dei disabili considerati non più per il loro limite ma piuttosto per le loro potenzialità»[3].

Gli Orientamenti ci offrono indicazioni preziose per l’impostazione del lavoro nelle nostre diocesi:

«Tutti i cristiani, in virtù del battesimo ricevuto, sono testimoni e annunciatori della fede nella vita quotidiana sia pure nei momenti di difficoltà e nonostante le limitazioni fisiche, intellettive e sensoriali. Va rafforzata e diffusa la cura di percorsi catechistici inclusivi per persone che presentano disabilità fisiche, psichiche e sensoriali, assicurando nel contempo che possano realmente partecipare alla liturgia domenicale e testimoniare, attraverso la loro condizione, il dono e la gioia della fede e l’appartenenza piena alla comunità cristiana»[4].

«In collaborazione con le realtà diocesane, le congregazioni religiose e le aggregazioni laicali che operano in questo ambito, il settore nazionale per la Catechesi delle persone disabili si propone di stimolare nella comunità ecclesiale e nelle diverse realtà sociali la sensibilizzazione e la cura pastorale, la formazione di catechisti e l’ideazione di strumenti adeguati ai vari ambiti di disabilità motoria, intellettiva e sensoriale. All’interno di questi obiettivi, il tema dell’inclusione ha un’importanza rilevante ed è tra i compiti principali delle Chiese locali in ordine alla presenza ordinaria delle persone disabili e delle loro famiglie nella vita pastorale e, specificamente, all’interno dei percorsi catechistici. In tal modo si intende favorire la realizzazione di esperienze di educazione religiosa delle persone disabili considerate non più per il loro limite, bensì per le loro potenzialità anche in ordine alla testimonianza di fede»[5].

L’Ufficio Catechistico della Diocesi di Alba, con il desiderio di essere autenticamente accogliente e presente al fianco di ogni persona, intende iniziare una prima opera di sensibilizzazione sul tema ‘catechesi e disabilità’, accogliendo alcuni obiettivi condivisi dal lavoro di altre diocesi:

  • Sensibilizzare le comunità parrocchiali alla presenza e all’accoglienza nella Chiesa di ogni persona, incluse persone con disabilità.
  • Offrire ai catechisti percorsi di formazione specificamente orientati all’introduzione e allo studio del tema catechesi e disabilità.
  • Promuovere itinerari di fede in cui le persone con disabilità non siano considerate solo come soggetti di diritti e di attenzioni, ma anche come soggetti attivi e responsabili all’interno della comunità ecclesiale.
  • Organizzare momenti di preghiera diocesani presieduti dal Vescovo con particolare attenzione al rapporto catechesi e disabilità, con il coinvolgimento di tutti i soggetti della catechesi.

 

Per info e contatti: catechesi.alba@gmail.com

 

Materiali scaricabili:

-Scheda incontro Sr Carla-La catechesi della persona disabile Pdf

-Sr Maria Teresa Materia- Catechesi e disabilità: un’opportunità per tutta la comunità Pdf

-Nasce il primo sussidio per l’iniziazione cristiana in Comunicazione Aumentativa Alternativa (CAA) dalla Diocesi di Prato. Qui il link al sito della Diocesi di Prato con i testi.

Relazione “La catechesi a persone disabili” -Suor Nadia Pierani  

Presentazione “La catechesi a persone disabili” Suor Nadia Pierani

Comunità cristiana, catechesi, persone disabili (Diocesi di Torino)

Educazione religiosa e disabilità – Roberta Cardin

Le persone con disabilità e l’iniziazione alla vita cristiana– Documento della Diocesi di Vicenza

Relazione “Le persone disabili sono prima persone” -Bianca Marengo

Presentazione “Le persone disabili sono prima persone” Bianca Marengo

Relazione “Ci sono anche delle difficoltà”- Emilia Cerrina

Presentazione “Abili in Cristo”- Emilia Cerrina

 

[1] Conferenza Episcopale Italiana, Il Rinnovamento della Catechesi, 2 febbraio 1970/ 3 aprile 1988, n.126.

[2] Ibidem.

[3] Conferenza Episcopale Italiana, Orientamenti per l’annuncio e la catechesi in Italia “Incontriamo Gesù”, 29 giugno 2014, p. 156 (da ora IG).

[4] Cfr. IG 56. Il corsivo è nostro.

[5] Cfr. IG 93.